Un’ennesima prova di design slegato da ogni funzionalità o un esempio di sperimentazione originale? Sta di fatto che a me piace. Sicuramente per apprezzarla appieno è necessario uno spazio adeguato ma è altrettanto vero che questa libreria è in grado di stimolare la fantasia. Pensata come opera concettuale che permette al collezionista nomade di portare con sé la propria biblioteca, leggendo e camminando al suo interno, si converte più realisticamente in oggetto polifunzionale capace di assolvere oltre alla funzione originaria, cioè l’archiviazione dei testi, anche alla funzione di spazio intimo in cui i testi possono essere letti. Come illustra la fotografia, la vivrei sdraiato al suo interno quasi fosse un’amaca e mi farei “cullare” dalla sua forma, avvolto dalle letture che mi circondano e che si intrecciano nella mente dando vita a una galassia di mondi paralleli, come a formare una personale opera mundi. A livello puramente estetico, la sua forma sembra rimandare all’immaginario circense, ai giocolieri alle prese con l’equilibrio, con quel preciso punto in cui tutto si combina alla perfezione regalando emozione e meraviglia.
Di certo una libreria diversa dal solito,
e questo mi basta.
David Garcia è un architetto di origine danese che lavora a New York. Obiettivo della serie Archive è di indagare le relazioni che intercorrono tra uomo, spazio e libri. Per approfondire l’argomento:
davidgarciastudio.blogspot.com/archive-series
davidgarciastudio.blogspot.com/inauguration-in-beijing
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